L'ONORE E IL RISPETTO

Per ovvi motivi, mi ero imposto una sola regola nello scegliere gli argomenti di cui scrivere: evitare accuratamente l'Unione Calcio Sampdoria. Sostanzialmente per un motivo: ne sono un fervente sostenitore.
Come spesso mi accade, essendo portatore sano di una sindrome bipolare esagerata, ho deciso di andare contro questo diktat autoimposto.


È il due aprile del 2001 e la Sampdoria sta disputando il secondo campionato consecutivo in serie B dopo la truffaldina retrocessione della stagione 1999-2000. In panchina c'è Luigi Cagni e in campo c'è, per l'ultima stagione agonistica della sua storia, Attilio "Popeye" Lombardo. Si disputa il derby di ritorno contro l'altra squadra di Genova (quella fondata dagli inglesi per il gioco del cricket, per capirci) allora imbottita di tunisini e allenata dal professor "ad minchiam" Scoglio.
Morale della favola: il Doria perde 2-0 e Carparelli, un ex livoroso come le rock star fallite, sul finir della partita decide di sbeffeggiare i sampdoriani con un torello condito da "giochi da foca" sotto la gradinata nord (per chi non fosse avvezzo alla geografia di "Marassi" in nord ci vanno quelli là). In quella Sampdoria militava un roccioso mestierante della difesa che aveva tirato i primi calci da pro nel Bologna e nel Milan: Martino Traversa. Il buon Martino, come si può notare al minuto 1:55 del video che riporto, non accettò di buon grado il comportamento di Carparelli.



"Scorretto io? Carparelli deve crescere, nella vita ci sta di vincere e di perdere, ma essere presi per il culo (testuale) no."
Martino Traversa



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